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TRATTAMENTO SHOCK PER PISCINA: CLORAZIONE D’URTO

Consigli per un corretto trattamento shock per la vostra piscina

Cloro e sue alternative
Clorazione shock: che cos'è, perchè e come farla Eccesso di alghe o sostanze organiche Eccesso di cloro combinato Corretto trattamento d'urto Acqua verde o torbida dopo trattamento shock?

1. Clorazione shock: che cos'è, perchè e come farla

La clorazione shock (o trattamento d’urto) è una normale operazione di trattamento dell’acqua di piscina che deve essere effettuata quando si ravvisa una concentrazione di cloro anomale.

La clorazione shock viene effettuata solitamente in 3 momenti:

2. Eccesso di alghe o sostanze organiche

Durante la stagione, anche in presenza di trattamenti chimici ottimali, le elevate temperature, l’ elevato irraggiamento solare, i temporali che portano microinquinanti possono causare lo sviluppo di alghe. In questi casi la concentrazione standard di cloro non è sufficiente e bisogna agire con una “terapia d’urto” che consiste in concentrazioni  più elevate di cloro per alcune ore.

La quantità di cloro da aggiungere sarà in funzione della torbidità dell’acqua o dello sviluppo di alghe: generalmente è compreso tra 5/6 ppm nei casi più leggeri e 10/12 ppm di cloro libero nei casi più gravi.  Utilizzando le pastiglie di cloro rapido al 50% di cloro libero dovrò dosare da 10 ppm  (10 mg/l = 10 g/m3) a 24 ppm (24 mg/l = 24 g/m3).

Esempio: decido di effettuare un trattamento d’urto per una media proliferazione di alghe in una piscina da 50 m3; opto per un dosaggio di 15 ppm utilizzando cloro rapido; il dosaggio è di 30 g/m3, per 50 m3 cioè 1,5 kg di prodotto che corrispondono a 75 pastiglie da 20 g .

3. Eccesso di cloro combinato

Il cloro combinato (clorammine) causa un odore sgradevole all’acqua della piscina, irrita gli occhi e le mucose ed influisce negativamente sul processo di disinfezione. Il limite previsto per legge nelle piscine pubbliche è di 0,4 ppm; anche nelle piscine private è bene attenersi a questa concentrazione.

La quantità di cloro da aggiungere sarà in funzione della concentrazione di cloro combinato da eliminare.

Esempio: decido di effettuare un trattamento shock perché  il cloro combinato rilevato è di 0.9 ppm in una piscina da 70 m3; opto per il trattamento con dicloro che ha una concentrazione del 55%, quindi calcolo 0,9 x 10 x 100 / 55 = 16, 4 ppm di dicloro da dosare, cioè 16,4 g/m3.

Essendo la piscina da 70 m3 :

16,4 x 70 = 1148 g di dicloro è la quantità di cloro che dovrò utilizzare per effettuare la clorazione shock in queste condizioni.

4. Corretto trattamento d'urto

Per ottenere un trattamento shock corretto e non rischiare un’efficacia limitata nel tempo, prima di effettuare il trattamento d’urto è necessario verificare che il pH sia corretto (7,2 circa) e che la concentrazione di acido cianurico sia intorno ai 60 ppm.

Per effettuare correttamente il trattamento shock si deve sciogliere la quantità calcolata di prodotto a base di cloro in un contenitore con acqua e spargere questa soluzione nel modo più uniforme possibile sulla superficie della piscina.

Il cloro deve essere lasciato agire almeno 8-10 ore ponendo l’impianto in filtrazione: alla fine di questo periodo si verifica il cloro residuo e, se troppo elevato, si riduce con un riduttore di cloro e bromo o si attende che si abbassi al valore corretto per la balneazione (0,7-1,5 ppm).

5. Acqua verde o torbida dopo trattamento shock?

In alcuni casi, alla fine del trattamento shock si può riscontrare l’acqua ancora verde e/o torbida: questo fenomeno avviene perchè in acqua si trovano particelle sospese di piccolissima dimensione che il sistema di filtrazione non riesce a trattenere. In questo caso è necessario procedere ad un’operazione di flocculazione mediante flocculante in pastiglie o flocculante liquido.